Grandissima affermazione di Santi Zappalà alle Regionali. Nessuno immaginava alla vigilia un esito di tale portata, che proietta con forza il sindaco di Bagnara tra i protagonisti della politica calabrese. E' prematuro provare ad immaginare i possibili prossimi scenari ma c'è da auspicare una ricaduta positiva per Bagnara, per la quale si apre indubbiamente una nuova pagina. Auguro a Santino, col quale mi congratulo sinceramente, che il suo nuovo impegno aiuti a far crescere questa città.
martedì 30 marzo 2010
Bagnara che vorrei - 5
Da Matteo Cacciola ricevo e pubblico
Colgo la "sfida" ed anch'io invio le mie proposte per "Bagnara che vorrei"
- messa in sicurezza delle scuole e attenta analisi e prevenzione del rischio idrogeologico
- polo scolastico comprendente istituti (dalle scuole primarie alle superiori) funzionali e dotati di laboratori adatti alle varie attività specifiche dell'indirizzo scolastico
- istituto nautico a Bagnara
- piano di edilizia eco-sostenibile in zone adeguate (e ve ne esistono, inutile nasconderci dietro il dito) per avviare un circuito virtuoso di taglio dei costi di acquisto degli immobili, con allineamento di Bagnara ai costi di mercato
- riapertura del Museo della Chiesa del Carmine
- ri-fondazione del gruppo Scout
- aggregazione dei produttori di torrone per la creazione di un marchio di origine controllata
- studio, analisi e rivalutazione dei terrazzamenti, con aggregazione degli attuali produttori di vino per la creazione di un marchio di origine controllata.
venerdì 26 marzo 2010
Oltre Bagnara
Da Natale Zappalà ricevo e pubblico
Le mie idee per il progetto in questione esulano dal territorio comunale bagnarese, estendendosi ad abbracciare l'intera realtà meridionale. Si tratta di una serie di interventi di carattere sistematico, destinati a conseguire degli obiettivi sul lungo periodo, a beneficio delle nuove generazioni.
1. Settore scolastico-educativo: gli studenti devono essere necessariamente sensibilizzati sul versante dell'educazione civica, storica, metodologica stradale, informatica, ambientale, e tutto ciò che potrebbe incoraggiare un provicuo piano di recupero dell'identità del “bravo cittadino”. E' opportuno, per la corretta realizzazione del progetto, un aggiornamento di ampio respiro da parte del corpo docente locale. Se il maestro/professore/dirigente scolastico vuole davvero recuperare la vecchia e consolidata immagine di figura predominante nella formazione culturale e caratteriale degli allievi, è auspicabile impartire le suddette direttive anche in maniera del tutto autonoma dalle direttive ministeriali.
2. Settore disciplinare: tutti i cittadini devono sorvegliare, nel pieno rispetto delle norme di diritto pubblico e privato vigenti, l'osservanza delle regole da parte della collettività, denunciando – se il caso – i trasgressori ed anticipando, se possibile, la “cura del male” con la sua prevenzione. La mentalità spiccatamente mafiosa dell'omertà, inproduttiva e drasticamente deleteria per la società, dovrebbe essere stigmatizzata, in ordine ascendente, dalla famiglia, dagli amici e dal mondo dell'istruzione e del lavoro. Occorre dunque iniziare ad educare i bimbi di oggi alla luce di questi valori, dal momento che noi tutti, in questo senso, abbiamo già fallito.
3. Approccio con il mondo artistico e delle comunicazioni: una buona formazione culturale forgiata sui valori del criticismo, della meritocrazia, del sacrificio e del buonsenso, distoglierebbe le future generazioni dall'assecondare i fenomeni legati alla disinformazione, alla strumentalizzazione delle notizie, al culto dell'apparenza, imperanti nella società odierna. Il raggiungimento di questo obiettivo è pertanto indissolubilmente legato all'applicazione dei primi due punti.
Certo, c'è molta carne al fuoco. Ma ritengo che quei piccoli e necessari interventi suggeriti con maestria dagli utenti del blog, andrebbero incastonati all'interno di un progetto chiaro, di lunga gittata, che miri non soltanto a migliorare nell'immediato, ma alla futura rivoluzione (pacifica, si intende) la nostra società.
giovedì 25 marzo 2010
Bagnara che vorrei - 4
Gianni Golotta mi ha scritto sulle proposte del Manifesto per Bagnara che vorrei.
Ho letto i contributi di Claudio Careri e di Adone Pistolesi.
Personalmente apprezzo molto il loro approccio ed in particolare l'impianto di fondo che li anima e che, finalmente, non poggia sulla unidimensionale visione "turistica" del nostro futuro che, com'è noto, non condivido affatto...
I sogni son desideri
Tito Puntillo risponde al breve commento che ieri ho scritto al suo ultimo intervento.
Mio carissimo Giuseppe, ti ringrazio davvero per la postilla di apprezzamento che hai voluta dedicare al mio intervento.
La seconda parte di esso però, non manifesta pie intenzioni e sogni irrealizzabili. Ho scritto quella seconda parte con la consapevole certezza che quanto indicato mai verrà realizzato e tuttavia i contenuti di quella seconda parte sono e restano i presupposti di base per un corretto sviluppo della Cittadina terrorizzata dalla delinquenza e dal Sistema. Se leggi cortesemente con attenzione, ti renderai conto che questo intendevo.
Vorrei richiamare il concetto preliminare da collegarsi proprio a quanto già scritto e da te benignamente pubblicato in passato: siccome quella seconda parte è irrealizzabile da un Sistema di Maggioranza e Opposizione decotto e inquinato, da una Classe (pseudo)dirigente infima e deviata (rammenti quante volte l'ho scritto e tu l'hai pubblicato?), le speranze di progresso non devono ricercarsi su una "rinascita" di quelli che siamo attualmente, che in questo Sistema viviamo e con esso volenti o nolenti dobbiamo reagire possiamo produrre sforzi incredibili per migliorare di un pochino la qualità della vita locale, come te e gli altri state coraggiosamente facendo, ma non di più, come tu stesso convieni) ma nella futura generazione, che è tutta da formare. Ed è per questo che scrivevo di un "investimento" di medio-lungo periodo che dovrà consentire di presentare giovani formati intellettualmente e caratterialmente ad entrare nel mondo della Scuola Superiore per ottenere TECNICI, e cioé Periti Agricoli, Mastri e Artieri, Tecnici Commerciali, Tecnici Agrimensori, Infermieri specializzati veterinari, Ricercatori e Sperimentatori, Geologi, Chimici, Tecnici Nautici, Periti in attività ittiche, Esperti nella coltura e conservazione dei prodotti del mare, Tecnici esperti nelle attività turistico-alberghiere e della ristorazione, Tecnici e Periti della comunicazione, Periti informatici, Periti Statistici e Matematici impiegati nello studio del Territorio.
Certamente, vivaddio!, non tutte queste attività formative dovrebbero attuarsi (andrebbe eseguita una selezione in base alle opportunità e alle priorità) e solo concentrate in Bagnara, ma questo dovrebbe essere un vero Progetto Provinciale da fare valere, da pretendere allo Stato, visto che la nostra Regione, qualsiasi sarà il suo colore politico futuro di Governo, resterà ancora e sempre SERVA di Quelli di Roma.
Capisci la POCHEZZA di tutti i nostri Politici locali?
Per ottenere questo risultato poi, ci vorrebbe (scrivevo) innanzitutto un Corpo Docente secondario (Scuole Elementare e Media) di ottima qualità e preparazione e noi non possediamo questo veicolo, purtroppo.
E ci vuole la predisposizione delle famiglie, disposte a orientare l'interesse dei figli non più a Studi di Lettere, Filosofia, Giurisprudenza, ma proprio verso Discipline Tecniche, che sono più severe e metodiche ma che formano Operatori in grado di agire un domani sul Territorio.Chi governa o aspira a governare, ha nel suo Programma una qualche attività che somigli a quanto sopra?
Riclassificare dunque il tutto come Libro dei Sogni è ammettere che tutto quanto sopra è vero e legittimo ma che non i Governanti ma noi non siamo né mai saremo in grado di imporci, fare pressioni determinanti, per ottenere l'attenzione che meritiamo, legittimamente meritiamo. Troppo terrorizzati, troppo compromessi nel circuito dei favori e raccomandazioni in andata e ritorno (e penso soprattutto a una Cittadina ove è generalizzata la deviazione urbanistica a tutti i livelli).
E sai perché mio caro Giuseppe?
Per un motivo semplicissimo che ti spiega anche il perché si torna e ritorna sempre, periodicamente, al punto di partenza e tutti gli sforzi per organizzare, fare comitati ecc., falliscono (e io mi sono alterato più volte e tu non riuscivi a comprendere il perché di questa mia avversione): perché noi Bagnaroti, proprio perché singolarmente chi più chi meno, ripeto "singolarmente" immersi nel tornaconto di andata e ritorno del quale cennavo, NON siamo un Popolo, un aggregato sociale interagente, una sostanza sociale dalla quale emana una volontà comune e la sensibilità necessaria per comprendere che NON i Governanti sono l'energia trainante, ma sono solo il riflesso della volontà dei Governati e del Sistema Economico e Sociale che essi Governati esprimono e cioé la Classe Dirigente che investe e il Mondo del Lavoro che produce.
Non lo siamo e proprio perché "compromessi" e quindi condannati ad essere dei Singoli, ora e in futuro.
Se poi gli enunciati sono sogni, l'Italia centro-settentrionale è tutto un sogno, evidentemente e soprattutto adesso che la crisi sta rimestando molti archetipi e proprio per merito del Corpo Sociale. Che poi non sia un Libro dei Sogni è infine dimostrato da come eravamo, Bagnarote comprese, e come siamo.
Diverso il discorso sulle cose fattibili se si vuole, tipo la riqualificazione del patrimonio agricolo e ittico locale, una volta orgoglio e vanto di tutta la popolazione per generazioni e generazioni. Si costituirebbero così i preamboli per l'offerta di lavoro a chi intenderà lavorare con fatica e sudore per ottenere prodotto e sviluppare commercio.
Siamo dei SINGOLI e quindi il terrore ci sovrasta e quando qualcuno accenna alla delinquenza organizzata che spadroneggia a Bagnara, alla totale mancanza dello Stato tranne quattro Carabinieri, alla 'Ndrangheta locale, a Solano, a Pellegrina, alla Marinella, ecco che tutti i Singoli fuggono. I SINGOLI sono terrorizzati perché non c'è UN POPOLO tutelato e protetto dallo Stato.
E qui apro una tremolante parentesi finale: ma i giovani locali, sarebbero poi disposti a faticare per rigenerare un pascolo, un sistema di rasole, una cooperativa di produzione, un laboratorio artigiano? Oppure una parte continua a crescere per poi aspirare al "Posto" e un'altra parte per Altrove alla scoperta della Civiltà del Lavoro, magari maledicendosi per non averci pensato prima?
Perché se immettiamo questo tarlo nella discussione, caro Giuseppe, allora si che non io, ma proprio tutti quanti noi che ci impegniamo, stiamo sognando non accorgendosi del Risus Sardonicus che nel claustro familiare, padri e figli si scambiano: ci lasciano parlare a vuoto perché continueranno a "sfruttare" il perverso Sistema per perpetuare l'interesse personale singolo.
Non siamo un Popolo!
Siamo dei singoli questuanti aggrappati a chi ci, singolarmente, ci potrà consentire di lavorare poco con un "posto" «sicuro» (= incapacità di avere fiducia e di gestire i propri mezzi fisici e intellettivi) oppure sfruttare Bagnara tanto quanto sufficiente per poi partire e mai più tornare (= investire sui giovani consumando risorse e ricchezze locali, che sono poche, e poi vedere svanire tutto).
Ma vorrà tutto questo espresso in finale, dire che non solo noi siamo fuori tiro, ma abbiamo perso anche questa attuale generazione di Giovani e quella diveniente?
Non so. Questa volta spero di errare davvero.Ma intanto: guardiamo e proteggiamo i bambini che giocano a palla sulla piazza, corrono felici sui marciapiedi della Via Marina, sorridono inconsapevoli al Destino.
Investiamo nel Medio-Lungo. Coraggio!
Tito Puntillo
Tito, ho scritto di Libro dei Sogni non immaginandone alcun significato negativo. Tutt'altro! E ho riportato alla fine una frase di C. Careri proprio per rafforzarne l'idea. Resto convinto che quanto tu (ed io ...ed altri spero tanto) sostieni sia solo vana speranza. (A che serve allora tutto questo, mi potresti chiedere. Forse è qualcosa che alberga in noi che ci fa continuare a sognare). GB
mercoledì 24 marzo 2010
A volte ritorno
Caro Giuseppe, due parole soltanto per specificare il senso della proposta Manifesto, che non ha affatto pretese di originalità. Tanto per intenderci, penso che Bagnara sia, in generale, un paese dall’elettroencefalogramma concavo, imbarbarito dal pagnottismo, dominato dalla concezione del “a tri parmi ru me culu aundi pigghia pigghia” e “non si faci nenti pe nenti”. Non ci si interroga sul futuro, sul senso di essere comunità, su quale sarà la nuova classe dirigente e di professionisti, se è possibile ancora trovare lavoro senza bussare alla porta dei padrini politici e scongiurare l’emigrazione. Gli omicidi e i reati passano impuniti, come i fiumi di cocaina e di armi, che, tra l’immobilismo indifferente, inondano le strade, e non solo quelle del “Bronx” di Pellegrina, dove c’è il coprifuoco e i giovincelli sognano di emulare gli sgherri con le pistole.
In questo contesto apocalittico pensare a un laboratorio di idee a un cantiere aperto, per quanto utopistico, può essere utile? Questo blog, per il fermento, la passione delle discussioni e la ricchezza delle istanze multiformi messe in campo in tutti questi anni dai partecipanti, credo possa candidarsi a essere una piattaforma di riferimento. Un ulteriore passo avanti potrebbe essere rappresentato dall’organizzazione di un convegno con tecnici ed esperti in cui si articolino meglio le proposte sotto forma di sottoscrizione e si invitino anche gli amministratori locali, che volenti o nolenti siamo costretti a votare, a più livelli, a ratificare gli impegni e assere giudicati su questi, possibilmente lontano da periodi elettorali. Tutto questo per uscire dalle chiacchiere e tracciare percorsi concreti e praticabili.
Mi rendo conto, però, che anche le pale dei mulini a vento cominciano a scarseggiare, così come i don Chisciotte della Mancia.
Queste sono le mie ideuzze in libertà.
1) Mini pullman ecologici-navetta a intervalli regolari per scoraggiare l'uso dei mezzi privati in estate.
2) Pensare al modello Riace - quello delle Cinque Terre è ormai inarrivabile e improponibile - per rilanciare la multifunzionalità dell'agricoltura per costruire prospettive reali di lavoro per i giovani.
3) Creare nuovi spazi verdi con il sistema degli orti sociali.
4) Istituzione del Parco Marino della Costa Viola per consentire il ripopolamento delle specie ittiche e preservare le risorse esistenti.
4) Organizzare un premio letterario e di poesia da divulgare anche su Internet per rivitalizzare l'immagine e il brand della Costa Viola e borse di studio chi pensa a progetti da realizzare sul territorio.
5) Fermare lo scempio abusivo e l'ampliamento a dismisura dei volumi e favorire sgravi fiscali locali per la domotica intelligente e rispettosa dell'ambiente.
6) Caratterizzare maggiormente gli scorci paesaggistici e abbellire i vicoli a livello di toponomastica e numerazione.
7) Applicare regole antimafia più severe e trasparenti per l'accesso agli appalti pubblici, evitando le gare al massimo ribasso e favorendo il controllo dei lavori di manutenzione.
8) Creare l’Ecomuseo della Costa Viola.
9) Osservatorio permanente sulla disabilità.
Con stima,
Claudio Careri
Il Paese dei Campanella
domenica 21 marzo 2010
Elezioni Regionali in Calabria
sabato 20 marzo 2010
Fuori dalla realtà
Da Benedetto Leonardis ricevo e pubblico
Gentile Giuseppe Barilà, raccogliendo la sua disponibilità a pubblicare i miei modesti componimenti le invio qui di seguito la mia ultima.
Le sarei molto grato se volesse pubblicarla nella prima pagina dei "fogli di diario" con la seguente premessa che la inserisce nell'interessante dibattito su "Bagnara che vorrei".
Tutto quello che non è silenzio e indifferenza è sicuramente lodevole per un paese come Bagnara con i suoi limiti economici e culturali (non so se a tutt'oggi ci sia una biblioteca pubblica o un negozio di libri). Ma senza voler essere critico su quanto viene proposto in questi giorni per "Bagnara che vorrei" sono in parte sorpreso che non ci sia un interesse esplicito e un minimo di dibattito sulle elezioni regionali e sui fatti (scandali ed intercettazioni telefoniche) cosi clamorosi che stanno in questi giorni agitando le basi della nostra democrazia.
Mi sono permesso con queste mia provocazione, in rime dialettali, di buttare una pietra nel lago dell'indifferenza che rende spesso Bagnara a mio parere fuori dalle vicende nazionali e perfino regionali.
Le stesse clamorose inchieste di "Report" non sono riuscite, se non in parte, a modificare, almeno nei dibattiti che seguo su questo sito, quel senso di solitudine e di impotenza che ne sottolinea il suo carattere.
Un abbraccio da Benedetto a Bagnara tutta.
Voli fari u guvernaturi
Sugnu assai ‘mpressionatu
u ficiru pa regiuni candidatu.
Fuiti, curriti, scappati
pe 'ppinu scopelliti votati.
Cu “report” diventau u sindacu geniali
chi faci cucinari a pasta senza sali
‘nde rubinetti curri acqu’e mari
e certi voti u pisci si po trovari.
Pe dari l’acqua a tutti i genti
non ci vozi propriu nenti
carcunu intelligenti si misi a pensari,
trovau! jettamu na pompa a mari.
Fuiti, curriti, scappati
Pe 'ppino scopelliti votati.
So fannu guvernaturi veramenti
poti cangiari a vita i tutt’a genti,
trovari, comu l’acqu’e mari, soluzioni intelligenti.
Avi i chiavi pei problemi calabrisi.
Aspetari, sulu savi, mi finisci a crisi.
Mi fannu u pont’i Berlusconi.
Mi ‘ttaccun’ i latitanti i tutta a regioni
Mi raddoppiunu i binar’ i Riggiu a Bari.
Mi giustunu i srati senza farli franari.
Insomma prima mi cumincia a giustari
avi tempu per amici, parenti e cumpari.
Fuiti, curriti, scappati
Pe 'ppino scopelliti votati.
Grazie, Benedetto.
giovedì 18 marzo 2010
Bagnara in pochi passi
Da Antonella Molinaro ricevo e pubblico
Ho già letto una serie di commenti e proposte relative ad una nuova idea di Bagnara e vorrei esprimere una nota di assenso ai punti già posti in esame e specificamente il punto 1 e il punto 3. Il lavoro che stiamo cercando di portare avanti, io e un gruppo variegato di amici, che per comodità abbiamo chiamato progetto LIBERA, in sostanza esprime la volontà di realizzare il Patto di Legalità dell'intera Comunità (punto 1) e ha come obbiettivo quello di tracciare e sostenere l'avvio di lavoro ai giovani (punto3) ; traggo, per cui, l'occasione di invitare quanti hanno a cuore questo desiderio a contattarmi per informazioni circa sede e orari degli incontri.
Arrivo alla mia proposta che rispetto a quelle già presenti, pur condividendole tutte, può essere realizzata nel giro di poco tempo e a "costo" zero. Si tratta di un'inziativa che chiamerei “Bagnara in pochi passi” (o qualcosa di più avvincente). Si tratta di una realtà già presente in altri comuni, esperienze che possono facilmente aiutarci nella realizzazione, e nel concreto consiste nel creare un percorso sicuro (delimitato alla sola area del centro cittadino, purtroppo!) e relativo ai principali istituti scolastici della città, uffici centrali e, si spera, prossima biblioteca, per tutti i cittadini soprattutto i più piccoli e gli anziani.
Specificamente queste due fasce d’età, in questa mia idea, sono le protagoniste attive dell’iniziativa. Arrivo alle modalità e finalità del progetto. “Bagnara in pochi passi”, realizzato in collaborazione tra istituti scolastici, amministrazione, commercianti e gente comune permetterà:
1) ai nostri piccoli cittadini, di cominciare ad appropriarsi del TERRITORIO BAGNARA;
2) di creare forme di collaborazione soprattutto tra persone già “a riposo”, penso agli anziani, che avrebbero un ruolo simile a quello dei vigili;
3) di diminuire drasticamente, con bontà delle condizioni metereologiche, l’uso delle macchine;
4) considerare tale iniziativa come valore aggiunto dell’isola pedonale, che sarebbe pertanto ulteriormente legittimata;
5) creare cooperazione cittadina e favorire scambi interpersonali (il tempo di un percorso seduti comodamente in macchina vale di più di una chiacchierata con gli amici?).
Ovviamente le prospettive di una tale iniziativa sono facilmente raddoppiabili, basta un poco di fantasia…
Per la realizzazione, bisognerebbe stilare un protocollo d’intervento tra le istituzioni cittadine dove ciascun elemento fa la sua parte prese le proprie responsabilità: ad esempio la scuola, che spesso si prodiga in corsi di educazione stradale e ambientale, può cominciare col sensibilizzare i più piccoli all’utilizzo delle bici; il comune provvederà a dotare le aree in prossimità delle scuole, di posteggi per le bici.
Purtroppo, la conformazione di Bagnara non permette a tutti gli abitanti (penso a chi vive nella zona di Porelli e più su) di poter utilizzare mezzi ecologici; pertanto, vista la creazione dell’isola pedonale permanente, si dovrà pensare a soluzioni comunitarie di trasporto e quindi intensificare e migliorare quelle già esistenti! Questa è la mia prima proposta.
Concordo, inoltre assolutamente con il Sig. Adone Pistolesi, circa il punto relativo ai manti stradali con sampietrini. Ma come possiamo sperare che questo desiderio, se condiviso dalla maggior parte della popolazione (forse un modo sarebbe raccogliere firme? ...non lo so) abbia esito?
mercoledì 17 marzo 2010
Bagnara che vorrei - 3
Da Silvana Ruggiero ricevo e pubblico
Vorrei una Bagnara vivibile per tutti, una Bagnara che riconosca e tuteli i diritti di tutti, soprattutto dei più deboli. Vorrei un paese senza barriere architettoniche, dove chi ha disabilità o difficoltà motoria possa entrare negli esercizi pubblici, nelle chiese e negli studi medici, senza difficoltà.
La disabilità è un concetto soggettivo che varia in relazione all'ambiente. Se nell'ambiente ci sono meno ostacoli, la disabilità diverrà meno impattante sulla vita delle persone ed i disabili stessi si sentono cittadini normali e non alieni. Ricordiamoci che i disabili non sono portatori, ma ricevitori di handicap, perchè nel momento in cui si impedisce ad un soggetto in carrozzina di fare la pipì non quando vuole ma quando può...allora è lui che riceve l'handicap ovvero l'impedimento a fare una determinata cosa. Se la qualità è la misura della vita, il disabile allora può considerarsi una zavorra inutile nel nostro paese e se si entrasse nell'ottica di non fare e/o costruire le cose per i disabili, ma semplicemente per tutti, allora non esisterebbero le campagne di abbattimento delle barriere architettoniche; così come non avrei il desiderio di immaginare il mio paese fondato sui diritti, ma piuttosto mi metterei ad immaginare l'invidia degli altri paesi.
lunedì 15 marzo 2010
La partecipazione anzitutto
La stesura di un programma sulle cose da fare non può prescindere dalla necessità che nel nostro paese si ritorni alla partecipazione politica dei cittadini, uomini e donne. Ho scritto diversi interventi sull'argomento come anche sull'esigenza di riempire di contenuti il generico riferimento al "miglioramento della qualità della vita". Non voglio però sottrarmi dall'indicare tre punti che ritengo possano contribuire, insieme ad altri, a migliorare le condizioni sociali della popolazione: 1) Sostenere il diritto al LAVORO e gli spazi di DEMOCRAZIA; 2) Sostenere la cultura, rafforzare l'efficienza della scuola pubblica, dall'ASILO NIDO fino alla realizzazione del nuovo ISTITUTO SUPERIORE; 3) Sostenere lo sport e la realizzazione di una PISCINA comunale rappresenterebbe un salto di qualità per il nostro paese.Nella Bagnara che vorrei, mi piacerebbe continuare a volgere lo sguardo verso lo Stretto e ammirarlo così com'è, senza il Ponte.
domenica 14 marzo 2010
Un punto è il turismo
Ebbi modo di scrivere, son passati due anni, che è giunto il momento di riconoscere tutti (e anzitutto chi ha responsabilità amministrative) che è necessaria una "rivoluzione copernicana" nella concezione e nella programmazione degli eventi di cultura e di spettacolo, estivi e non... scegliere tipi di manifestazioni con temi e contenuti di qualità e che puntino nel tempo a distinguersi...
Vorrei così proporre - tra i dieci punti di "Bagnara che vorrei" - questo del ripensamento dell'idea di turismo.
Questa è la mia (giudicatela, sciocca o utile, ma ditemi)!
Individuerei alcuni momenti clou della stagione, su cui programmare e investire soldi e lavoro.
Questa Settimana Santa di Polistena, che scopro sul web, mi procura in verità un briciolo di invidia. Noi potremmo inaugurare la nostra stagione con un itinerario religioso, storico e culturale che si snodi proprio nella settimana di Pasqua.
Poi, le risorse e i problemi del mare e della pesca, temi di una serie di eventi che culminino nella sagra del pescespada (ripensata rispetto a ciò che è stata fino ad oggi).
A conclusione, darei lustro ulteriore al premio Mia Martini e a quello della Civiltà del Mare, manifestazioni già affermate che, se consolidate ancora, darebbero altra visibilità alla nostra cittadina
Questo non soffocherebbe le legittime aspirazioni di altri eventi laici e religiosi, si badi. Al contrario, l'affermazione delle prime favorirebbe tanto anche gli altri. E' quel che accade in altre e più note realtà, che vivono di una o due cose all'anno e per le quali sono note dappertutto.
Poche cose ma buone, mi verrebbe da scrivere dunque. In verità, ...tipi di manifestazioni con temi e contenuti di qualità e che puntino nel tempo a distinguersi...
venerdì 12 marzo 2010
A.A.A.
I dieci punti per "Bagnara che vorrei".
PS. Costruiamo una rete di idee, ragionamenti, proposte. Raccogliamo le migliori ambizioni, organizziamole anche in forma elementare e con slogan banali (Il paese che vorrei in dieci punti, quale comunità...), suddividiamole, focalizzando obiettivi e fattibilità, ognuno secondo le proprie competenze. Sistematizziamole in una sorta di manifesto dei volenterosi. Ne verrà fuori un libro dei sogni, che associazioni, partiti politici, organizzazioni potranno abbracciare o ignorare. Sarà una testimonianza vitale di impegno collettivo, di un pressing da parte della società responsabile.
A scanso di equivoci, l'idea è quella lanciata da C. Careri. Anche perchè, dirsele nei social network e basta, le cose, rende tutto inutile ed effimero.
domenica 7 marzo 2010
Mi piacerebbe...
Da Silvana Ruggiero ricevo e pubblico una riflessione sull'8 marzo
L' 8 marzo, festa della retorica, di frasi fatte, di banalità, mimose a iosa, cene fra donne... questa è la routine di una ricorrenza che dovrebbe ricordare un terribile incendio in una fabbrica, ma quasi nessuno lo sa o ci pensa. Basta con questa festa che dovrebbe essere solo una commemorazione, un sacrificio di vite che oggi le donne continuano a pagare per l'utopia delle pari opportunità, per le violenze fisiche e psicologiche che subiscono da parte degli uomini. Uomini e donne da sempre divisi da differenze che spesso nascono dalla confusione tra natura e cultura, nel senso che il fatto "naturale" di essere donna spesso equivale ad una condizione "culturale" di inferiorità. Così come non è la natura a conferire agi uomini il senso di autosufficienza, bensì la cultura, per la quale vengono educati fin dalla nascita all'indipendenza, mentre le donne vengono incoraggiate alla dipendenza. Uomini partoriti dalle donne (come canta Mia Martini) ma che divengono spesso i loro aguzzini.
Mi piacerebbe ricordare questo giorno che l'happening demagogico lo colma di ipocrisia, con le immagini di Francesca Porcellato, atleta paraolimpica di 39 anni, alla vigilia dei giochi di Vancouver. La sua emozione è come una forza dirompente di comunicazione emotiva che le donne, anche nella disabilità, portano con sé.
Mi piacerebbe ricordare che a fianco delle donne vittime di violenza sessuale o di percosse fisiche, c’è un altro mondo sommerso di donne che meritano il nostro affetto, la nostra considerazione, ma soprattutto il nostro rispetto: sono le donne che accudiscono, proteggono, aiutano a vivere, ogni giorno, migliaia di persone con grave disabilità, non autosufficienti, in casa, nella propria dimora, nella propria famiglia, e non in una camerata di istituto. Vengono alla ribalta solo quando la cronaca si fa drammatica, o la mancanza di aiuti risulta così sfacciata da non poter essere del tutto ignorata. Sono lì, tutti i giorni, tutte le notti, tutto l’anno, e non mollano mai, rinunciando molto spesso alla propria esistenza di donne libere, in grado di programmare una gita, un weekend, un giro di shopping, una sera a teatro. Sono queste donne a rappresentare in buona misura la salvezza e l’esistenza in vita per tanti, tantissimi disabili non autosufficienti. Ecco vorrei che almeno ci pensassimo un po’ di più in questa giornata.
Mi piacerebbe ricordare le donne che vengono da lontano, e che ora sono qui, nel nostro Paese, lasciando nel loro cuore il dolore per una famiglia abbandonata e divisa solo per cercare di sopravvivere economicamente. Le etichettiamo come badanti, le mettiamo in regola solo dopo averle considerate clandestine, chiamate a risolvere i nostri problemi, a mettere le mani sui nostri cari in cambio di denaro.
Mi piacerebbe un 8 marzo dedicato alla dignità delle donne con disabilità e a alle donne vicine alla disabilità.
Mi piacerebbe che non ci fosse una giornata dedicata alle donne, ma ci fossero più donne che in una giornata riuscissero a cambiare il loro percorso... tanto da divenire da vittime della storia a protagoniste della vita.
venerdì 5 marzo 2010
Bagnara che vorrei - 2
Da Carmela Zagari ricevo e pubblico
Ciao a tutti, volevo intervenire nel dibattito e rispondere alla domanda, senza polemizzare con alcuno, ma inserendo una mia semplice riflessione: Dov'erano tutti i componenti delle miriadi di associazioni pseudo-culturali bagnaresi? Dov'erano i miei coetanei, non i liceali, ma i quasi-trentenni che spesso si riempiono la bocca di ideali e principi e si trastullano nelle facili frasi fatte - produrre cultura, rifondare la nostra cittadina, qui non si fa mai nulla? Tutti impegnati?
Per quanto mi riguarda, la risposta semplice: sono tutti al Nord a lavorare, perché a Bagnara e dintorni, c’è solo lavoro per il figlio di e io non appartengo a questa categoria privilegiata. A conti fatti, dovrei aggiungere purtroppo, forse.
Viviamo in un’ Italia che va alla deriva, ma questo non deve essere un alibi. Il cambiamento parte dalle piccole cose, dai piccoli comuni, anche se noi apparteniamo ad uno di quelli con tanti nei.
Ci proviamo a continuare, a sognare, ma i sogni rimangono tali e le speranze infrante.
La realtà è che chi è rimasto vive in un posto dove non avrà mai la speranza di affermarsi, di costruirsi un futuro, già precluso in partenza.
Carissimi, tanti ci hanno già provato; il problema è che la classe dirigente non aiuta chi vuole restare. Cito un esempio personale. Ho deciso di aprire un’attività, per circa tre mesi ho atteso firme su firme, carta bollata e inutile burocrazia. L’ esito è stato negativo: Mi dispiace ma per adesso non sarà possibile, questa la risposta che mi hanno dato al Comune. Alla fine, solo grazie alle famose amicizie, in una settimana ho avuto l’ok. Miracolo? Non penso proprio…
Altro esempio. Circa 10 anni fa, un gruppo di giovani, quelli che ci credevano, fondarono il movimento “Liberaleidee”. È normale che un paese non si affidi a 4 giovincelli senza esperienza. Con più fiducia oggi avremmo qualche volto giovane in più in Consiglio Comunale. Ma li vogliamo aiutare? Li vogliamo avviare? Assolutamente no, da 15 anni dobbiamo vedere al Comune sempre le stesse persone. E domani vedremo gli amici e i parenti di queste persone, che, come nelle dinastie, avranno accumulato un vantaggio competitivo.
Anni fa è stato aperto un pub al Belvedere. Ricordate che fine ha fatto? Troppe persone avevano buttato l’ occhio ed alla fine non si è fatto più nulla. Non c'è stato niente da fare per nessuno. Bravi, davvero bravi. Erano in 7: solo uno è rimasto ancora a Bagnara. Forse se non avessero fatto troppe storie sulla concessione gli altri 6 sarebbero ancora li.
Ne potrei citare tantissimi di episodi come questo, si sa, a Bagnara le cose si sanno.
Il fatto è che oggi mi sento circondata da assurda ipocrisia, si deve cambiare, bisogna far qualcosa. Ma chi lo deve fare? Si arriva massimo a 25 anni si molla tutto e si parte al Nord, con un bagaglio di speranze infrante, perché rimanere è tempo perso, non cambierà mai nulla. O perché tutto cambi affinché tutto rimanga uguale. Si predica bene e si razzola male. Qualcuno può pensare che avrei avuto di nuovo la forza per fare qualcosa e andare di nuovo a scontrarmi con le solite persone? No, no. Con i fatti si cambia e non si può lottare contro i mulini a vento.
Ed ecco il paese che vorrei.
Un posto dove si viva tranquillamente, dove tutti abbiano le stesse opportunità, un regolare contratto di lavoro (e ci vuole davvero poco per fare un pò di controlli). Inutile che ai bar fanno costruire una pedana per non mettere un tavolino in più e poi sono serviti da ragazzini che guadagnano 300 euro al mese tutti rigorosamente in nero. Ma si sa che esistono i contratti a tempo determinato anche per 2 mesi? È forse illegale farli anche giù? Vorrei maggiori controlli sull’abusivismo e i “soldini” che ci girano intorno.
Occuparsi di più dell’illegalità e omertà presente, e non mi riferisco agli ultimi episodi, non dimentichiamoci del ragazzo rumeno ucciso qualche tempo fa. Tutto tace.
Riflettete e, se ci credete, governate per Bagnara, per il Sud Italia e non per voi… però d’altronde con un Presidente del Consiglio così, che cosa mi devo aspettare dagli altri?
Un’altra assente giustificata (con il sogno di tornare al suo amato paesello)
Carmela Zagari
Una proposta
Perchè le cose scritte di recente (in particolare la proposta di Claudio Careri sulla Bagnara che vorremmo) non cadano nell'oblìo, ho pensato che potremmo cominciare a discuterne in chat (qui, magari) uno dei prossimi giorni. Fatemi sapere.
mercoledì 3 marzo 2010
Bagnara che vorrei
Da Ninetta Molinaro ricevo e pubblico
Colgo con immenso piacere l'invito di Claudio - credo che in fondo sia proprio questo l'intento del suo intervento - per esprimere il mio pensiero sul Sud, il paese (Bagnara) che vorrei.
Piccola premessa: in questi ormai tanti anni di migranza ‘obbligata’ al Nord, ho avuto modo di confrontarmi con un realtà profondamente diversa da quella in cui sono nata e cresciuta, con i suoi pro e contro.
Di certo tra i punti a su favore, assenti in toto al Sud, la parte alta dello stivale vanta una certa sorta di MERITOCRAZIA (parola non in uso dalle nostre parti) che io e altri miei coetanei abbiamo avuto modo di sperimentare.
Sono arrivata a Milano come una semplice neolaureata, senza esperienza, senza santi in paradiso e 'figlia di nessuno'.
In poco tempo sono riuscita a trovare un lavoro, rendermi economicamente indipendente (e non aumentare il numero di 'bamboccioni') nonchè assumere una posizione di rilievo presso un importante colosso multinazionale.
Lungi da me millantare le mie gesta.
Il mio esempio (ma ne potrei riportare a iosa su altre persone che hanno fatto il mio stesso percorso), è solo per dire che tutto ciò al Sud non è stato possibile realizzarlo.
Nessuno mi ha mai dato la possibilità di esprimere le mie capacità, nessuno si è accorto e ha valorizzato il mio potenziale.
Ecco da dove bisogna partire, ecco il paese che vorrei: un paese che creda nelle giovani leve, che dia la possibilità di esprimersi, di portare il loro valore aggiunto nelle terre in cui sono nati anzichè spargerlo nelle varie zone d'Italia.
Un paese che non ti chiede di chi sei figlio, chi conosci, che crei possibilità di crescita, che ti permetta almeno di metterti alla prova, di dimostrare che forse anche tu 'meriti' qualcosa.
Tutto il resto non è che 'un di cui' di questo - a mio modestissimo parere - fondamentale presupposto.
Cito anch'io Delzìo (anzi invito chi non l'avesse ancora fatto a dare una lettura al saggio la Scossa) affermando di essere completamente d'accordo con lui quando dice che è dal 'Privato' che bisogna ripartire, abbandonando la politica 'assistenzialistica' dei fondi pubblici che ha solo portato a una divergenza tra Nord e Sud, piuttosto che alla convergenza.
Attrarre i capitali privati non è sicuramente cosa facile per tanti motivi.
Occorre inoltre dimostrare di essere un popolo dedito alla 'produzione', al lavoro, capace di perseguire obiettivi, capace di isolare chi non ha voglia di partecipare al gioco, di sporcarsi le mani.
Infine, bisogna riconquistare il capitale perso: capitale umano 'costretto' a migrare in cerca di lidi migliori.
La mia forse è solo una mera utopia, un sogno, ma sognare non costa nulla e spero che l'amari penseri, brillantemente raccontati da Rocco Nassi, un giorno si trasformino in piacevoli realtà.
Ninetta Molinaro (assente obbligata)
Servono tre cose
Da Tito Puntillo ricevo e pubblico
Ho letto le note di Natale Zappalà a margine dell'incontro tenutosi al Victoria. Spero che il materiale che è stato prodotto e presentato, venga messo a disposizione in Rete perché ne sono interessato.
Ciò posto: io credo che lo scarso interesse suscitato dall'iniziativa dipenda dalla realtà dei fatti, cioé dalla miserabile condizione della Cittadina, a 360 gradi, così come noi la abbiamo inquadrata in questi anni di discussioni. Una cartina di tornasole positiva dunque e purtroppo.
Se posso però soggiungere una considerazione, è questa: le Scuole, le Associazioni (relativamente parlando, ve ne sono più a Bagnara Calabra che a Milano o addirittura a Roma) gli Assessorati Cultura, Scuola ecc., quello del Turismo con relativa Pro-Loco, insomma: il mondo "direttivo" del Paese, cioé la "classe dirigente", mostra sconfinati orizzonti di dilettantismo, di profonda impreparazione a governare, gestire e programmare.
Lo affermo perentoriamente perché (e tu lo sai) ho denunciato innumerevoli volte questa situazione indicando quali, secondo me, dovrebbero essere le azioni da impostare per una risposta positiva che comunque non potrà aversi che nel medio-lungo periodo, cioé con l'attuale terza generazione che dovrà formarsi e crescere.
Ma occorrerebbero tre cose:
a) ottimi insegnanti e scuola con tutti i supporti necessari
b) predisposizione da parte di tutti noi Bagnaroti vigliacchelli, menefreghisti, opportunisti, raccomandanti e raccomandati, e via dicendo, ad almeno lasciare che queste giovani generazioni si formino e crescano in un ambiente che dia loro la massima libertà e protezione, ivi compresa la vera ed efficace presenza dello Stato
c) l'impronta delle famiglie all'interno delle quali si riconosca la dura realtà attuale e si invitino i ragazzini a non ripetere gli errori dei padri.
E tutti coloro che manifesteranno la volontà di dedicarsi a un mestiere, a un'arte, vengano aiutati in tutti i modi.
Personalmente non credo che vi siano altri orizzonti da esplorare, se non la circostanza che la vergognosa condizione di Bagnara, rientra nella miserabile condizione della Provincia di Reggio la quale rientra nella miserrima situazione della Calabria.
Inutile fare appello al cittadino-elettore perché si regoli per le prossime elezioni richiamando a mente le innumerevoli proteste e disagi a cui è andato incontro. Servirebbe a nulla per quanto scritto in esordio, al capoverso "Ciò posto".
Complimenti a Natale e spero che non si arrenda. I frutti del suo lavoro si vedranno fra moltissimo tempo, veramente tanto.
martedì 2 marzo 2010
Un contributo chiarificante
Da Antonella Molinaro ricevo e pubblico
Caro Claudio, ho letto la nota di Natalino e la tua. Esprimo subito la mia disapprovazione in riferimento ad entrambe. Natalino lamenta la scarsa partecipazione dei giovani o delle associazioni pseudo-culturali all'iniziativa promossa dalla Associazione Amici della Cultura! Ma dove sta scritto che bisogna partecipare sempre e comunque a qualsiasi iniziativa???? Si partecipa perchè si prova interesse per un determinato argomento, altrimenti si rischia di riscaldare solo le poltrone come ha sempre ben sottolineato Natale: "fiumana disinteressata di persone venute lì per far mero numero".
Personalmente non ho provato interesse nel tema posto in discussione, pertanto non ho partecipato al dibattito! E quindi? Non mi vergogno di dire che non m'interessava il tema! Così come credo che non possa interessare tutto a tutti , che rimangono, quindi, pur sempre liberi di decidere e scegliere cosa sia per loro cultura (personalmente alimento la mia "cultura" nel silenzio della mia stanzetta tra miriadi di libri, facendo navigare la mia mente…anche per questo sarò giudicata???????????). Non credo di trovarmi in un gradino sotto rispetto alle persone che hanno preso parte al dibattito (terribile, tra l’altro, l’elenco di pochi “illuminati”, non me ne vogliano, che hanno preso parte al dibattito, a questo punto bisognava citarle tutte e 35!) Né posso sopportare la condanna che indirettamente è stata gratuitamente VOMITATA addosso alla stragrande maggioranza dei giovani bagnaresi, colpevoli di aver disertato un incontro culturale. Vorrei ricordare ad entrambi che, ad esempio, lo scorso anno la Pro Loco di Bagnara m’invitò ad realizzare un incontro APERTO ALLA CITTADINANZA sulle biblioteche. Bene! I partecipanti non si contavano sulle dita di due mani ma è stata ugualmente una bella iniziativa perché chi vi prese parte dimostrò interesse. E tutti i ragazzi che non sono venuti? Tutti ignoranti? No! Non interessati: è diverso. E comunque non si è alzato tutto questo polverone…forse perché ancora eravamo “liberi” di stabilire dove, come, quando partecipare?????? Posso continuare con altri esempi: tutte le discussioni che io con altri amici abbiamo organizzato sul tema delle terrazze di Bagnara…ah no! scusate ho sbagliato forum! Qua si parlava di CULTURA non di ambiente! A tutti i giovani, i meno giovani, gli anziani; a tutti coloro che si cibano di storia, letteratura, musica, politica o meglio in una sola parola di PASSIONI, auguro di avere sempre e comunque la caparbietà di perseguire i propri i sogni indipendentemente dalla schiera che gli sta dietro ; in fin dei conti, caro Natale, il numero 35 è lusinghiero per Bagnara…considerando la media dei 50 per Reggio! Non trovi?
Antonella Molinaro
Lo scritto di Natalino prima e quello di Claudio Careri dopo hanno forse dato la percezione che si sia voluto assumere una sorta di posizione "elitaria". Non tocca a me prenderne le difese, ma credo che non fosse questa l'intenzione. Mettiamola così: a prescindere dall'ultimo incontro, esiste o no un problema legato alla non-partecipazione alle varie iniziative, meglio, un problema di non-aggregazione? Se tu, Antonella, non avevi interesse al tema discusso, devi ammettere che comunque non si riesce mai a far ragionare su una cosa più di dieci persone. Vogliamo allora parlare di questo.
Qui non si fa nè si parla di cultura. Vorremmo parlare di metodo (per provare a fare cultura). Perchè se non riusciamo ad aggregare 40-50 persone (non presenzialiste, anche se - hai ragione - quel rischio esiste), non saremo mai capace di discutere (e far qualcosa) per la storia nè per l'ambiente, per la pesca e manco per lo sport. In questo senso prendi l'elencazione dei nomi dei presenti che ha fatto Natalino. Non era (ripeto, immagino iniziando a conoscerLo) che un semplice riconoscimento. Ti chiedo e mi chiedo, ripetendomi ancora, a quanta gente sentiamo sempre dire che qui non succede nulla? Possibile che poi, che sia un piccolo convegno di storia, la presentazione di un libro o una mostra d'arte, tutti abbiamo nello stesso tempo qualcos'altro da fare?
Il senso utile di tutte queste cose che ci stiamo scrivendo potrebbe essere quello di fare un passo avanti, di fare atto di testimonianza, tutti coloro che - come sostieni - hanno delle passioni e hanno a cuore le sorti di questa Comunità, ognuno con le proprie vocazioni e i propri interessi. Ho letto con piacere un passaggio dello scritto di Claudio Careri dove afferma ...Le risorse umane e di qualità, quelli che non si sentono fatalisticamente sconfitti dalla storia, hanno l'obbligo morale, in virtù degli studi e delle letture, di innescare un circuito di crescita socio-politico-economico-culturale, non in quanto portatori di una supponenza intellettualistica o di eroismo di ceto, né pensando di essere gli illuminati, unici depositari dello scibile.
Non è "elitarismo" o snobbismo intellettuale, a mio avviso. E' presa di coscienza di un problema che esiste e che deve essere affrontato anche e soprattutto dai giovani culturalmente preparati, senza per questo dare distanze agli altri, ma provando a coinvolgere tutti.
Saluti e grazie del tuo contributo chiarificante. (GB)
Antonella scrive
Caro Giuseppe non ribatto a quello che hai scritto; fondamentalmente sosteniamo lo stesso pensiero (anche se ammetto di averlo esposto forse in modo irruento tanto da creare incomprensione). Il mio augurio finale è espresso in modo tale che proprio cittadini (e non sempre e solo i giovani) continuino a testimoniare la varietà dei loro interessi, ma senza preoccuparsi del numero...credo nei cambiamenti, ma perchè si realizzino consapevolmente, non possiamo pretendere che avvengano nel giro di un giorno! Per questo bisogna perserverare! Vogliamo essere finalmente propositivi? allora cerchiamo di esserlo nel concreto dell'azione; prendiamo il consiglio di Claudio relativo all'elenco in dieci punti del "come vorrei la mia città" e creiamo questa rete di opinioni in rete. Valutiamole, organizziamole e realizziamo azione concrete di sviluppo culturale che in tal modo saranno maggiormente condivise. Sfrutto l'occasione per dirti, ad esempio, che da un paio di settimane insieme ad altri amici stiamo cercando di fare un'analisi sul tema legalità a Bagnara, all'indomani dei fatti di Rosarno e che dopo un confronto è risultato quello più pressante. Il nostro viaggio è cominciato proprio, come primo step, con un incontro Con don Pino Demasi, che ci ha dato delle buone dritte. Per adesso stiamo facendo un lavoro che definirei "nell'ombra" perchè riguarda la raccolta di materiale, rapporti e altro, utile per la nostra fotografia del paese. Se fossi interessato puoi sempre contattarmi.
Buona giornata, Antonella
lunedì 1 marzo 2010
Amari penzeri
Da Rocco Nassi ricevo e pubblico
Sentu parrari spissu ‘i cangiamentu
ma sicundu mia non nc’è stu movimentu,
è na fogghia morta chi cala chianu chianu
pecchì non nc’è u ventu di terranu.
Pari nu lagu mortu senza cantu i rani,
pari ch’è nu salottu chinu di divani,
aundi si senti sulu ‘n corpu all’intresattu
poi, torna com’era tuttu chiattu chiattu.
Bagnara non cangiari, cu ta faci fari?
A to genti, è genti di simenza
chi non voli scrupuli ‘i cuscienza.
Nu bagnarotu sav’a limitari,
e sav’a limitari nto parrari
pecchì nuiu cca sav’a nciuncari.
Le poesie di Rocco sono pubblicate qui.