Da Giovanni Golotta ricevo e pubblico
Condivido con tanti altri amici la tristezza che lascia l'immagine di un uomo che salendo, scortato dai Carabinieri, su una volante lascia la propria abitazione da uomo libero per raggiungere un reclusorio ed esservi ristretto; non si sa per quanto.
Il pensiero corre subito alla famiglia; alla moglie ai figli alla ferita non rimarginabile che questa vicenda apre nel loro animo, costringendoli, inoltre, ad una sofferenza inesprimibile, ad una solidarietà impotente.
Alla tristezza si somma l'imbarazzo per le accuse gravissime ed infamanti che lo hanno condotto in carcere; un imbarazzo che rimbalza su tutti noi cittadini di Bagnara che quest'uomo abbiamo avuto sindaco per circa una decina d'anni; indipendentemente dal fatto se l'abbiamo o non l'abbiamo votato; se gli siamo stati politicamente vicini o lo abbiamo avversato; se abbiamo condiviso i suoi metodi di gestione della cosa pubblica o li abbiamo criticati mettendone in evidenza, specie negli ultimi anni del suo mandato, l'avvitamento velleitario e cesarista e la sempre più crescente e ricercata distanza dal popolo e dalle sue esigenze.
Detto questo, vorrei tanto che qualcuno di quei signori che ancor oggi amministra, diciamo così, la città e che nei momenti del successo alla sobrietà ha preferito l'invettiva guascona ed irridente per l'avversario battuto, declinando un'enfasi untuosamente esagerata e vilmente servile per Santi vincitore, non cerchi adesso, affannoso ed affannato per il traumatico venir meno di quel sostegno che l'aveva ubriacato di scostumata tracotanza, un nuovo simbolo da lappare ed al riparo del quale assicurarsi un non disinteressato il "galleggiamento" nel mare della politica cittadina.
Mi auguro infatti che non si lasci sfuggire quest'occasione per riscoprire le gioie che la vita ci riserva tra le mura domestiche e delle quali s'è privato a lungo, di certo inutilmente per la collettività, per dedicarsi, a modo suo ça va sans dire, alle "cure della cosa pubblica".
Ci dia retta, non abbia paura di apparire egoista, riservi d'ora innanzi tutto se stesso ai suoi familiari e, non avendo nulla da dire e meno ancora da fare, tolga il disturbo levandosi dai coglioni.
Senza ripensamenti; se lo desidera, con qualche rimpianto.
Ma di corsa.
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