Seguo per interesse professionale oltre che umano la discussione suscitata da questa lettera scritta da una donna di Reggio, che denuncia quanto accaduto al proprio figlioletto agli Ospedali Riuniti della Città. Oggi su Strill.it leggo la risposta, umana e garbata, del dott. Doldo, noto medico di quella importante struttura sanitaria.
Chi non ha avuto purtroppo occasione di sperimentare senso di smarrimento e di rabbia ritrovandosi suo malgrado a contatto con le realtà della nostra sanità? Grande e comprensibile è la tentazione di fuggire altrove appena sfiorati dalla necessità di cura.
La civiltà di un popolo si misura dalle cure che sono rivolte ai bambini scrive il dott. Doldo a conclusione della sua lettera. Aggiungerei che il popolo civile dovrebbe considerare l'ospedale il luogo più sacro della Comunità (e ho avuto modo di verificarlo, all'estero in particolare), ancor più forse di chiese e cimiteri. Da noi è invece spesso ridotto a girone dantesco, con venditori profittatori e questuanti d'ogni tipo. Prima ancora che riforme e discipline codificate ci servirebbero cuori e menti nuove.
PS: Leggo ora quest'altra lettera, sempre su Strill.it, che a me pare rimarchi quella necessità di nuovi cuori e menti di cui ho scritto.
PS: Leggo ora quest'altra lettera, sempre su Strill.it, che a me pare rimarchi quella necessità di nuovi cuori e menti di cui ho scritto.
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