Da Mimmo Lopresto ricevo e pubblico
Appassionarsi di politica di questi tempi non è facile. Esiste un disagio profondo in molti che vorrebbero dedicarsi all’impegno politico: il problema vero è trovare un luogo dove condividere con altri valori, idee, progetti. Il quadro complessivo non è incoraggiante. Anche a Bagnara si percepisce un vuoto nella politica, non ci sono donne in Consiglio comunale (il Pdl e il Patto che hanno raccolto complessivamente più di seimila voti - il 91% dei votanti! - non avevano candidate nelle loro liste), i partiti hanno difficoltà ad accreditarsi come spazi di partecipazione democratica e di programmazione in sintonia con una situazione generale che è caratterizzata da una crescente onda antipolitica e da una sempre più diffusa sfiducia nei confronti della classe politica peraltro inasprita dalle note (e tristi) vicende di questi giorni. Il deficit di rappresentanza dei partiti non ha determinato però una crisi irreversibile della partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica: il vuoto è stato colmato dalla riscoperta della democrazia diretta, dalla nascita di nuovi movimenti e dalle mobilitazioni su questioni specifiche. Se la società civile ha svolto una funzione di supplenza, i partiti però non devono essere “demonizzati”. L’antipolitica è stata prodotta dalla cattiva politica e comunque non è la risposta giusta alla soluzione dei problemi perché porterebbe a generalizzare, a dire che sono tutti uguali o che Destra e Sinistra sono ormai etichette ascrivibili al secolo scorso. “La democrazia è un fuoco lento ma costante che si alimenta di socialità e partecipazione. Ora, la critica ai partiti è antipolitica, se è indirizzata a farne a meno; è altamente politica, se è rivolta a chiedere loro, a incalzarli, a farli arrabbiare perfino, affinché si scuotano, si aprano, congedino coloro che non hanno più nulla da dire, diano un segno ideale della loro presenza, ritornino a essere attrattivi” (G. Zagrebelsky). I partiti sono uno strumento essenziale per la democrazia partecipata, però devono rinnovarsi, rifondarsi culturalmente, tornare a radicarsi nel territorio, “ritrovare slancio ideale, tensione morale, capacità di proposta e di governo”, partendo dall’approvazione di una legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti e di una legge più severa sul controllo e l’entità dei finanziamenti pubblici ai partiti.
Anche a Bagnara occorre riorganizzare la vita politica e formare una nuova classe dirigente. Bisogna tornare ad una visione della politica in cui l’appartenenza a un partito, o l’adesione ad un’alleanza, sia determinata da una idea della società fondata su valori, ideali e programmi condivisi e partecipati. I cittadini che seguono normalmente le cose della politica bagnarese attraverso gli organi di informazione si saranno accorti che, mentre le cronache raccontano della presenza sul territorio di associazioni, comitati e movimenti, non sembra invece brillare il sistema dei partiti. Non accade raramente di leggere note od opinioni rivolte a sottolineare l’assenza di dibattito politico a Bagnara, non solo tra i partiti ma anche tra i partiti e la cittadinanza. Il dibattito tra le forze politiche – è stato fatto notare – si sta limitando al confronto tra la maggioranza e le opposizioni in seno al Consiglio Comunale e l’apparente clima politico non “incandescente” farebbe di Bagnara un “caso isolato” rispetto a quanto avviene nei comuni limitrofi. In realtà, lo scontro dialettico è ristretto ad alcuni consiglieri comunali, ma la politica, com’è noto, non può e non deve essere una prerogativa di chi ricopre incarichi istituzionali. La politica è passione e partecipazione.
Ogni cittadino aspira a vivere in un paese “normale” ed è compito della politica – in primo luogo degli amministratori – non deludere questa aspettativa e impegnarsi per migliorare la qualità della vita. A Bagnara, comune amministrato dal centrodestra, i problemi ancora irrisolti, o al centro del dibattito politico, non sono pochi e da tanto tempo quasi sempre gli stessi; al tempo stesso, il centrosinistra non ha (purtroppo) una proposta di governo e, ad un anno dalle elezioni comunali, risulta ancora frammentato. Leggendo le cronache politiche, le forze della sinistra continuano ad essere divise sulla scelta delle alleanze e, mentre Sel si rileva visibile e protagonista, il Pd, appannato dall’esposizione mediatica del “Patto per Bagnara”, la visibilità sembra averla smarrita. Il protrarsi di questa situazione di stallo e di contraddizioni politiche non potrà non pesare sul futuro del centrosinistra che dovrebbe interrogarsi, anche in prospettiva dell’imminente campagna per le elezioni politiche, su come tornare protagonista, promuovere un’alleanza con la società civile e mettere al centro della sua azione politica un progetto programmatico-politico fondato sul rapporto unitario a sinistra e sul confronto con i cittadini. Le diverse anime del centrosinistra, da troppo tempo relegato all’opposizione, devono tornare a parlarsi. Questo percorso sarà favorito se il Pd riprenderà l’iniziativa politica. Ma il Pd archivierà l’esperienza con il “Patto” e si aprirà finalmente un dialogo a sinistra?
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