Silvana Ruggiero ha presentato stamane in Comune le proprie dimissioni da consigliere comunale. Ecco il testo con cui ha formalizzato la propria decisione.
La decisione di cui sopra è la naturale conseguenza della mia prerogativa di vita, quella cioè di lavorare e mettermi a disposizione del sociale, quel sociale inteso come tutela dei diritti delle fasce sociali più deboli e rivendicazione dei doveri istituzionali. Mi sono messa in gioco nel candidarmi alla carica di Consigliere per cercare di smuovere le coscienze dal di dentro, cioè da dove partono le azioni politico-amministrative e con un po’ di presunzione mi proponevo di educare le coscienze di chi deteneva il potere amministrativo affinché venisse incrementato e valorizzato l’impegno nelle politiche sociali. Mi sono sempre considerata una forza sociale, la politica non mi è mai appartenuta e dopo questa esperienza posso affermare che la politica, almeno quella che praticano i politicanti non mi merita e non merita il mio impegno senza secondi fini, libero da qualsiasi compromesso. Il mio impegno non è mai stato al servizio della politica ma piuttosto mi sono servita della politica per mettere al centro della discussione il sociale per fin troppo tempo ridotto solo ad un’esile voce di bilancio. Se non sono riuscita a cambiare le coscienze sicuramente ho contribuito notevolmente a portare le problematiche sociali dentro la sala consiliare stimolando la discussione su problematiche mai affrontate o affrontate superficialmente. Sono soddisfatta di quello che ho fatto, proposto e lottato, ma è giunto il momento di tornare “libera” al mio mondo che è quello dell’associazionismo, di tornare a quello che ho fatto una ragione di vita, a mettere al servizio della comunità sociale le mie capacità, la mia sensibilità e tenacia lontano dalla politica, le cui regole astruse vogliono che ad ogni azione segua sempre un voto di scambio, ed anche se il mio operato all’interno di questo Consiglio non ha mai avuto un fine elettorale ma solo ed esclusivamente di tutela sociale, mi sono sempre portata addosso la remora che anche un solo utente sociale potesse pensarlo. Lascio la carica di Consigliera non le mie lotte, quelle, fuori dai meandri avranno sicuramente più efficacia. E’ stata sicuramente un’esperienza positiva soprattutto per tutte quelle cose che ora mi sono più chiare, prima fra tutte il fatto che non è dal di dentro che vanno cambiate le cose ma dal di fuori, tra l’opinione pubblica, per far si che dentro ci vadano persone già con coscienza, perché una volta che al potere vanno persone più interessate alla poltrona che al bene comune, ormai non si può più intervenire, perché il potere ha quella capacità equivoca di isolare dalla realtà, di rendere refrattaria qualsiasi azione e sentimento se non in nome del proprio egotismo. I miei ideali, il mio tipo di lotta non necessita della politica per potersi affermare, perché la politica riesce a sporcare ogni cosa. Infine lascio la mia carica di Consigliera con il compiacimento che l’ultima volta che ho esercitato il mio voto in questo Consiglio, è stato per la stabilizzazione dei lavoratori LSU.
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