Da Silvana Ruggiero ricevo e
pubblico
E’ notizia di questi giorni
dell’approvazione della legge che garantisce al mondo rosa gli stessi spazi
elettorali e le medesime canches degli uomini in una prospettiva di riequilibrio
nella rappresentanza politica.
La legge approvata prevede una pari opportunità di genere nei consigli e nelle
giunte degli enti locali, nei consigli regionali e nelle commissioni
esaminatrici dei pubblici concorsi e troverà applicazione dalle prossime
elezioni. Questa svolta è una pietra miliare per l’affermazione concreta delle
pari opportunità di genere. Dopo l’introduzione del reato di stalking a tutela
delle donne molestate, questa legge in un certo senso conferma la tendenza
giuridica e politica della parità tra uomo e donna. Se prima la presenza delle
donne nelle liste elettorali e quindi nei vari organi consiliari, era una regola
dettata per lo più dal buon costume, oggi diviene obbligatoria. Pensando alle
passate elezioni amministrative svoltasi a Bagnara, dove in due liste su tre non
vi era la presenza di donne, mi sorge spontanea la riflessione che alle prossime
elezioni, oltre alla caccia di voti, si andrà a caccia di donne! Ma questa
caccia è ben diversa da quella in cui l’uomo-cacciatore mette in mostra tutti i
trucchi di seduzione per conquistare il gentil sesso. Un conto è convincere una
donna ad uscire a cena ed un altro è, invitarla a candidarsi! Sappiamo bene che
a Bagnara sono poche le donne che decidono di fare politica o comunque
un’esperienza elettorale. A mio avviso non è solo una questione di cultura (la
donna bagnarota intraprendeva le sue lotte fuori dal ring politico) ma di
educazione, nel senso che come in ogni settore sociale-politico, la gente va
educata a determinati comportamenti e/o propensioni. Quello che manca nella
nostra cittadina, è l’educatore, quella figura-funzione riconducibile
all’istituzione che deve mettere in campo ogni strategia di partecipazione delle
donne ma anche di tutti i cittadini al governo della città. Ho più volte
esternato la necessità di attivare gli strumenti di partecipazione popolare per
far affezionare i cittadini a quella politica come bene comune, ed ecco che dopo
l’approvazione della legge sull’eguale rappresentanza, diviene indispensabile
far affezionare le donne di Bagnara all’attività amministrativa per non
ritrovarsi alla prossima mandata elettorale di dover candidare, per rigor di
legge, le proprie mogli o solo figure “prestanome”. Un buon inizio potrebbe
essere quello di mettere in funzione la Commissione Pari Opportunità, che per le
sue prerogative e soprattutto per quella che dovrebbe essere la sua natura non
partitica, potrebbe arruolare cittadine di buona volontà, che potrebbero
invogliare altre donne ad accostarsi alla politica od ancora a riscoprirsi esse
stesse, potenziali fautrici del proprio destino e di quello di Bagnara. Le donne
che si mettono in gioco dovrebbero rappresentare per la nostra cittadina, la
naturale conseguenza storica, culturale e folkloristica, di quella bagnarota
famosa in tutto il mondo per la sua intraprendenza, tenacia e intelligenza!
L’obbligo di questa legge appena approvata, potrebbe essere lo spunto, in un
certo senso, per restituire il ruolo delle donne di Bagnara alla storia.
In ultimo, vorrei aggiungere, che gli strumenti di partecipazione popolare,
attualmente previsti dal Regolamento Comunale, quali la Consulta delle Politiche
Sociali, la Consulta dei Giovani e la Commissione Pari Opportunità, in un clima
di criminalità in cui vogliono far affossare Bagnara e le sue istituzioni,
possono accrescere la sinergia tra amministratori ed amministrati, sentendosi
uniti non in una solidarietà doverosa scritta o verbale, ma in quella concreta,
dove tutti ci si sente colpiti in uguale misura, perché tutti ci abbiamo messo
la faccia!
lunedì 19 novembre 2012
domenica 18 novembre 2012
Verso il caos
Ogni senso di vicinanza a Cesare e
altri che hanno subìto attacchi in quest'ultimo periodo, ma mi sento di
condividere appieno quanto letto
qui e
qui
Basta con comunicati e sterili prese di posizioni, scimmiottamenti di una politica che tanti ormai detestiamo. Per una volta, si faccia qualcosa. L'eutanasia collettiva di cui parla Claudio Careri è la nostra sentenza di morte.
Citando M. L. King, andiamo verso il caos o la Comunità?
Basta con comunicati e sterili prese di posizioni, scimmiottamenti di una politica che tanti ormai detestiamo. Per una volta, si faccia qualcosa. L'eutanasia collettiva di cui parla Claudio Careri è la nostra sentenza di morte.
Citando M. L. King, andiamo verso il caos o la Comunità?
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