Ci sono le esercitazioni, quelle vere, in cui ogni operatore e magari ogni cittadino ripete procedure per verificarne efficienza e bontà di ogni meccanismo. Per prepararsi contro ogni calamità sono ritenute universalmente indispensabili. Giappone, USA, Olanda fanno scuola.
In Italia, terra sismica, ne siamo colpevolmente in ritardo. Anche perchè, da noi, ci sono le parate, sorta di esercizi di scena, operazioni di dubbia utilità.
Stamani, sulla Statale 18, all'inizio della rampa dello svincolo A3 di Scilla, uomini e mezzi di ogni corpo (persino un motoscafo della Guardia Costiera), si mostravano a se stessi, a giornali e tv e persino a una scolaresca, stupìta come può esserlo l'infanzia nell'assistere alla discesa da un elicottero di un operatore di soccorso.
E si mostravano ai tanti automobilisti, ignari dell'allerta tempestivamente data in rete e sui media, fermati loro malgrado come me a pochi metri da quell'imbocco, prima sorpresi per quell'ennesimo blocco stradale, preoccupati per una temuta nuova frana o un malaugurato incidente e poi invece rimasti "contrariati" per quell'operazione ritenuta dai tanti forse fuori luogo.Sì, perchè l'esercitazione del personale tecnico - se ne discuteva lì - potrebbe forse esser fatta (forse meno pomposamente) anche altrove, in una zona tecnicamente interessante e senza condizionare la popolazione, come in quel punto così nevralgico per tutti noi; e di sabato mattina, oltretutto.
A che serve però discuterne, se offesi e interdetti per queste contestazioni qualunquiste essi stessi ti rispondono che all'estero si esercitano ogni mese? Ma si esercitano sul serio, vorresti incalzarli, o si esibiscono, anche e soprattutto per mostrare al mondo che ci sono, diligenti ed efficienti?
Perchè, vedete, loro la loro bella esercitazione l'hanno fatta. Si sa mai che si metta a piovere...