martedì 16 febbraio 2010

Il buon pastore

Da Davide Puntillo ricevo e pubblico
“Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”. (Gv, 10, 14)
I miei tempi felici…
Monsignor Cassone era un santo in Terra, e ora sarà certamente in Paradiso. Ricordo la mia prima confessione con lui, la prima comunione, la sua dolcezza, il suo carisma.
Don Beniamino è stato una meteora, ma ha lasciato qualcosa in molti di noi, un segno indelebile, forte.
Io ricordo anche Don Gianni, che nessuno quasi nomina più, a parte la commemorazione avvenuta questa estate, e le vere e proprie opere d’arte con cui aveva abbellito la sua chiesa sono state rimosse non appena se n’era andato dalla sua Sede.
(Nulla posso dire dell’Abate Gioffrè perché non ero ancora nato quando lui lasciò l’Abbazia, anche se i pareri su di lui che mi è capitato di sentire non sono univoci.).
Ma veniamo al motivo per cui mi sono deciso a scrivere queste righe: Don Sarino. E la frase che su di lui è stata scritta: “Tutto è tranne che pastore”.
Di sicuro Don Sarino non sarà “il” buon pastore. Di quello ce n’è uno solo.
Si può discutere se sia stato o se sia “un” buon pastore.
Io ritengo che egli - che ormai considero il mio padre spirituale – per me sia stato un buon pastore, negli anni della mia adolescenza, della mia giovinezza, e perfino adesso che sono lontano da Bagnara. Questa è la mia modesta opinione. Almeno se con questo si intende uno che ti guida, che ti ascolta, che ti conosce veramente.
Quando ho avuto bisogno di un consiglio, di una parola di conforto – o anche di dirgli che non ero d’accordo – ho trovato una persona che mi ascoltava e poi mi parlava.
Naturalmente ciascuno è libero di pensarla come crede, e anche di discuterne pubblicamente giacché l’Abate di Bagnara è un personaggio pubblico e ben venga se alcuni temi vengono discussi apertamente.
Però vi prego: dire che “tutto è tranne che pastore” no!
Davide Puntillo

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