lunedì 1 febbraio 2010

Diario di viaggio nella buro-sanità

Da Pino Gioffrè ricevo e pubblico
Caro Giuseppe, non so se ti scrivo per il tuo blog o perché sei medico, ma ti voglio evidenziare la mia recente esperienza all’ospedale di Scilla.
Qualche giorno fa, su insistenza del mio medico, ho deciso di farmi fare le analisi del sangue. Informatomi sulle procedure, sono totalmente ignorante al riguardo, con l’impegnativa in mano, sabato scorso mi sono recato presso l’ospedale di Scilla. Considerato che il prelievo deve essere eseguito con il paziente a digiuno, ho cercato di non attardarmi e sono arrivato all’ospedale alle 07,40. Diligentemente ho preso il numerino elimina-code (chissà perché viene chiamato così, al max disciplina l’ordine di arrivo!) rilevavo di essere il n° 40 ed il segnale luminoso indicava che eravamo arrivati al n° 22. Per inciso, nonostante i numerini, sono stato testimone di una vivace discussione sul diritto di precedenza fra utenti in attesa. Allo sportello dei ticket lavorava un solo addetto (una donna) e, nonostante sia sempre stata attiva, sono riuscito a pagare il ticket solo alle ore 10,00.
Oltre due ore di “fila” per pagare il ticket sanitario! Finalmente mi sono recato allo sportello dei prelievi, nel quale erano presenti ben quattro addetti (non ho ben capito se medici o paramedici) con aria annoiata di chi non ha niente da fare. La prima domanda è stata: avete fatto il ticket ??
Subito dopo sono stato fatto accomodare in una saletta adiacente e l’addetto (bravissimo!) in pochi secondi ha effettuato il prelievo dicendomi che Lunedì potevo ritirare le analisi.
Ti ho raccontato l’accaduto poiché mi è sembrato assurda la procedura ed il tempo totale impiegato, considerando che personalmente ho patito la voglia di una colazione o un caffè, e pensando che al mio posto poteva esserci un bambino o un anziano.
Ti pregerei, se puoi , di evidenziare la problematica esposta a chiunque possa fare qualcosa al riguardo.
Mi rendo perfettamente conto che stiamo discutendo di una piccola cosa, ma teniamo presente che la vita (e la qualità della vita) è costituita da tantissime piccole cose.
A presto, Pino Gioffrè

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